Questa sera a Spazio Durango si terrà un incontro sul G8 di Genova. Ma dopo così tanti anni ha ancora senso parlarne?
Per chi è della mia generazione – 18, 20 anni – Genova ha rappresentato da una parte un’utopia, di quelle bellissime utopie per cui vale la pena impegnarsi e lottare, mentre dall’altra un risveglio brusco, uno schiaffo in faccia di una realtà che non accetta di farsi cambiare.
Si parlava di liberazione, democrazia, partecipazione. Si chiedeva un mondo senza più frontiere, un’eguaglianza di tutti gli esseri presenti sul pianeta. Ci si opponeva alla strapotenza di 8 persone, autodesignatesi padrone del mondo, con tutte le strutture con cui erano legate a doppio filo (Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, WTO, etc…).
UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE.
La repressione, la violenza, le torture, le sopraffazioni con cui lo Stato ha risposto ha voluto significare che no, un altro mondo non è e non sarà possibile. Oltre le cicatrici, le ferite – fisiche e psicologiche – lasciate sui corpi e nelle anime di chi a Genova in quei giorni era, quella realtà così brutale ha portato molti a disimpegnarsi, a spegnere quelle utopie. Ci ha portato ad un lento reflusso, ad un ritorno nelle case o nelle nostre sedi (per chi ha deciso di continuare ad impegnarsi), arrestato solo – momentaneamente – dal movimento contro la guerra.
A Genova io non c’ero. Ancora minorenne mi fu impedito di andare.
Ricordo però i discorsi di quei giorni. Ricordo le speranze. Ricordo la rabbia e l’impotenza. Per me Genova ha significato volermi impegnare. Non cedere a quell’impotenza e trasformare la rabbia in una militanza serrata. Dopo quasi 13 anni questo è ciò che mi resta. Insieme all’utopia di quell’altro mondo possibile in cui credo e per cui lotto ancora.
Le immagini presenti su questo blog sono prese in giro per la rete. Essendo un blog senza alcuno scopo commerciale (e con numeri di letture molto bassi) non mi sono mai preoccupato dei credit e di possibili copyright. Se qualcuno vedesse una propria foto e (giustamente) non dovesse avere alcuna voglia di vederla usata può scrivermi in un commento e verrà prontamente rimossa.
"At first I thought I was fighting to save rubber trees, then I thought I was fighting to save the Amazon rainforest. Now I realise I am fighting for humanity" Chico Mendes
L'acqua è di tutti
Nel 1999, per la prima volta, il numero dei profughi per ragioni ambientali superava quello dei profughi di guerra: 25 milioni. Pensiamo davvero che continuare a distruggere sia la strada giusta? NO TAV!
Contro l'ergastolo
In lettura: E’ TROPPO TARDI PER ESSERE PESSIMISTI
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