Porta a Porta. Bruno Vespa.
Puntata dedicata alle diete: “La guerra dei vegani contro l’agnello”.
Puntata dedicata al femminicidio: “La guerra delle donne contro gli uomini”.
Puntata dedicata al razzismo: “La guerra dei neri contro i bianchi”.
Puntata dedicata all’omofobia: “La guerra dei gay contro gli eterosessuali”.
In realtà solo la prima di queste quattro frasi è vera. Ma tutte potrebbero esserlo.
Perché il titolo della trasmissione è un titolo che ben chiarisce come ci si approcci ad un certo tema nel discorso pubblico e nella propria dimensione privata. C’è un dominio dietro questo titolo, ed è il dominio dell’uomo maschio, bianco, occidentale, eterosessuale, onnivoro, in buona salute.
La guerra dei vegani – definizione comunque tanto vaga quanto confusa, essendoci dentro davvero di tutto – non è contro l’agnello, semmai è una guerra per l’agnello. La guerra è contro chi uccide l’agnello. Ma non sorprende di certo che Bruno Vespa non lo sappia. Per lui certo l’agnello non è un essere senziente meritorio di vita. Per lui l’agnello è una merce e come tale deve essere ucciso, dissanguato, smembrato e deve finire in tavola.
Quindi sì, da questo loro punto di vista, la guerra dei vegani è contro l’agnello oggetto, l’agnello feticcio.
E’ la stessa guerra delle donne agli uomini, con la pretesa del diritto di voto o del diritto alla propria autodeterminazione e a decidere del proprio corpo. E’ la stessa guerra di gay/lesbiche alla famiglia tradizionale. Ai bambini con il loro desiderio di paternità/maternità. E’ la stessa guerra dei migranti, con il loro voler venire a “rubare” ricchezze a noi che qui siamo nati. La stessa guerra dei neri contro i bianchi.
Ecco, per tutte queste guerre Bruno Vespa avrebbe potuto intitolare la trasmissione allo stesso modo di come ha fatto su vegani e agnello. Perché ovunque ci sarà un movimento di liberazione, ci sarà anche chi tenta di difendere il dominio, a prescindere dalla forma che esso assuma.