Se c’è un libro che ha influito sulla mia vita è “Se niente importa” di Jonathan Safran Foer. Ed è forse il primo libro per il quale il titolo italiano sia meglio di quello originale (Eating Animals).
Se niente importa è quello che la nonna dell’autore gli aveva detto, raccontando di quando – dopo essere stata liberata da un campo di concentramento nazista – vagava affamata e infreddolita. Un contadino gli offrì della carne e lei la rifiutò perché non era kosher e lei ebrea non poteva mangiare che quella.
“Se niente importa, non c’è niente da salvare”.
E’ una della frasi che più mi aiutano a riflettere e compiere scelte. Ci ripensavo l’altro giorno leggendo le reazioni di alcuni di fronte al Colosseo e i Fori chiusi per un’assemblea dei lavoratori. “Perderemo turisti”. “La crisi”. ecc…
Io ho pensato a “se niente importa”. Se niente importa, non importano i diritti dei lavoratori, a che serve uscire dalla crisi.
Non tutto è sacrificabile. E men che meno lo sono i diritti.
La vignetta è di Mauro Biani per il manifesto.