Spesso, nelle ultime settimane, molti si sono chiesti per quale motivo io – che provengo da un’area di sinistra (massimalista per molti) – abbia raccolto le firme per i referendum proposti dai Radicali Italiani.
L’occasione per spiegare questa mia scelta è arrivata pochi giorni fa quando il naufragio di un barcone ha provocato la morte di decine e decine di migranti di ogni sesso ed età.
Immagini di volti scuri, dispiacere unanime, promesse di abrogare la Bossi-Fini e il reato di immigrazione clandestina. Eppure in quei referendum c’erano due quesiti che andavano ad abrogare due delle norme maggiormente discriminatorie di questa infame legge. Referendum ignorati dai politici o da giornali simil-progressisti come la Repubblica, che oggi invece lancia uno dei tanti, soliti, inutili, appelli condite da firme degli immancabili Jovanotti, Ligabue, Co.
Se ho raccolto le firme per quei referendum è perché quando parlo voglio farlo con coerenza e senza ipocrisia. E la coerenza te la può dare solo il parlare di temi quando, la massa benpensante, nel migliore dei casi li ignora. Prima che sia una strage a far sobbalzare le coscienze. Prima che si proclamino incomprensibili lutti nazionali per chi – lo si voglia o meno – stava per commettere un reato penale che il nostro ordinamento punisce con la detenzione.