Recentemente ho condiviso un articolo di Vittorio Feltri su “Il giornale“. Il titolo era emblematico: “Chi non lo fa lavorare è peggio di Giannino” (link). Si parlava del fatto che – finita l’avventura politica con Fare per Fermare il declino – Oscar Giannino avesse chiesto il reintegro alla trasmissione che, per diversi anni, aveva condotto su Radio24. Una richiesta alla quale si era opposto il Comitato di Redazione. Il motivo? Semplice, le lauree e il master che Giannino aveva millantato e che, in realtà, non aveva mai preso.
Una decisione analoga è arrivata anche da Wired Italia. Anche su questo periodico Giannino aveva una rubrica che è stata soppressa.
Personalmente non ho mai dato un grande valore ai pezzi di carta. Ho preso una laurea triennale, ma non lo ho considerato un traguardo. Alla discussione avevo invitato solo la mia fidanzata dell’epoca e il mio migliore amico. I miei genitori si sono autoinvitati, nonostante gli avessi chiesto di non venire. Non mi sono sentito più intelligente o intellettuale per il fatto di aver ottenuto questo titolo.
Continuo a pensare che ci siano persone senza pezzi di carta molto più lungimiranti e preparate di tante altre che ne hanno i muri pieni.
Giannino nell’ambiente era apprezzato. Numerosi studiosi e persone titolate ne hanno apprezzato gli interventi nel corso degli anni.
Allora dov’è il problema? E’ forse una questione di opportunità? E perché? Per fare il giornalista non è richiesto un titolo di studio apposito. Lo può fare chiunque, laureato o meno. Le trasmissioni che conduceva Giannino, così come le rubriche che teneva, non credo gli fossero state date in base ai suoi titoli di studio, ma alla sua preparazione.
Il fatto che non si sia mai laureato, trovo, non toglie nulla a questo suo bagaglio.
La ragione è sempre la stessa alla fine, la gara all’ipocrisia è inarrestabile. E Radio24 prima, Wired poi, hanno di gran lunga superato Oscar Giannino.
Decisamente tristi e ridicoli.
La foto della pagina di Wired Italia (rubata a Bloggokin).