E’ una mattina di agosto e non sai bene cosa fare. Sei uscito, hai fatto colazione, ti sei svegliato e sei tornato a casa. Metti un po’ di musica e, prima di leggere quel libro che pazientemente ti aspetta, ti metti davanti al pc a praticare l’annoso sport del websurfing.
Una cosa di pochi minuti dovrebbe essere. Ed invece capita che ti imbatti in qualcosa di realmente interessante.
VenTo.
Già solo il nome dovrebbe bastare ad ispirare sensazioni positive. Il vento è quello che, gelido, la mattina quando andavo a scuola mi risvegliava dal torpore della notte e del sonno. Il vento è quello che, quando vado in bici, anche ad agosto, mi tiene fresco. Il vento è energia, è forza.
VenTo in questo caso sta per un’altra cosa ancora. E’ infatti un progetto studiata e realizzato da alcuni ricercatori del Politecnico di Milano. Una grande opera. Ecologica. E già solo per questo, visti gli ultimi tempi, da sostenere. VenTo sarebbe la più lunga pista ciclabile d’Italia che, correndo lungo il Po, unirebbe nei suoi oltre 600 km Venezia a Torino.
Tutto quello che c’è da sapere su questo progetto lo trovate sul sito ufficiale (link), dove c’è anche la possibilità di inviare una e-mail per sostenere questo progetto.
La domanda che sorge a questo punto è una sola: l’Italia, per una volta, sarà in grado di essere al livello degli altri paesi europei? O col fatto che il costo dell’opera è basso, che non ci sono montagne da bucare e che serve a dare un’impronta ecologica al nostro modo di vivere e pensare il mondo, resterà per sempre su carta e schermo?